Le diete fanno ingrassare

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Negli ultimi decenni, milioni di persone si sono sottoposte a diete nella speranza di perdere peso e migliorare la propria salute. Eppure, molti si trovano a combattere con un paradosso frustrante: non solo è difficile mantenere il peso perso, ma spesso si finisce per ingrassare ancora di più. Perché accade questo? La risposta risiede nella fisiologia del nostro organismo.

Il corpo umano e la risposta alla perdita di peso

Quando si perde peso, il corpo non interpreta questa riduzione come un successo dietetico, bensì come una minaccia alla sopravvivenza. L’organismo umano è programmato per proteggersi dalle carestie e, di fronte a una riduzione dell’apporto calorico, attiva meccanismi di compensazione. Questo significa che, dopo una perdita di peso significativa, il corpo cercherà di recuperare i chili persi, spesso accumulandone di più per prevenire future “carestie”.

Uno dei modi in cui il corpo reagisce è attraverso il cervello. Le aree cerebrali coinvolte nel controllo del comportamento alimentare sono le stesse che rispondono alle sostanze d’abuso, come le droghe. Questo spiega perché molte persone sviluppano una sorta di dipendenza dal cibo, specialmente dai cibi altamente palatabili come i dolci.

Cosa sono le diete

Le diete sono strategie alimentari che mirano a regolare l’assunzione di cibo con l’obiettivo di modificare il peso corporeo. Tuttavia, la restrizione calorica può attivare meccanismi di difesa dell’organismo, rendendo difficile il mantenimento del peso perso nel tempo.

Il professor Melchionda, un esperto di nutrizione dell’Università di Bologna, già negli anni ’90 aveva evidenziato questo problema nel suo libro Le diete fanno ingrassare. Da allora, le conoscenze scientifiche in materia si sono ampliate, ma il concetto di base rimane lo stesso: la perdita di peso non è solo una questione di volontà, ma una complessa interazione tra fisiologia, genetica e ambiente.

L’obesità è una malattia cronica

Per gestire il peso occorre capire che l’obesità è una malattia cronica e oggi, a differenza degli anni ’90, abbiamo a disposizione strumenti più avanzati per la gestione dell’obesità. Farmaci specifici possono non solo aiutare nella perdita di peso, ma anche nel mantenimento del peso raggiunto. Inoltre, alcuni di questi farmaci agiscono direttamente sulle complicanze metaboliche associate all’eccesso di peso, riducendo i rischi per la salute.

L’approccio moderno alla gestione del peso deve quindi essere multidimensionale. Oltre alla dieta e all’esercizio fisico, è fondamentale considerare interventi farmacologici mirati e, in alcuni casi, strategie comportamentali per affrontare la relazione complessa tra il cervello e il cibo.

Conclusioni

La perdita di peso non è solo una questione di calorie in entrata e in uscita, ma coinvolge meccanismi biologici profondi che regolano la fame, il metabolismo e il comportamento alimentare.

Oggi, grazie ai nuovi farmaci, si può sperare di ottenere un controllo del peso nel lungo periodo e di migliorare la qualità della vita.

Riguardo all'autore

Gianleone Di Sacco

Nato a Pisa nel 1959. Risiede a Milano dalla nascita.

Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Milano con il massimo dei voti, specializzato, con lode, in Endocrinologia presso l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

Membro di svariate Associazioni e Società Scientifiche, anche con incarichi istituzionali.

Da anni svolge attività clinica e di ricerca, in particolare, nel campo della terapia farmacologica dell'obesità.

Di Gianleone Di Sacco

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