Un recente studio pubblicato su Current Biology (Bowland, 2025) ha osservato il comportamento di scimpanzé selvatici del Parco Nazionale di Cantanhez in Guinea-Bissau. I ricercatori hanno documentato per la prima volta il consumo regolare e la condivisione di frutti naturalmente fermentati, contenenti moderate quantità di alcol, tra questi primati.
I frutti dell’albero africano Treculia africana, dopo essere caduti a terra, fermentano naturalmente, sviluppando contenuti alcolici tra lo 0,01% e lo 0,61% di etanolo. Gli scimpanzé non solo si cibavano di questi frutti fermentati, ma li condividevano attivamente, un comportamento considerato raro e di grande importanza sociale. Secondo gli autori dello studio, il consumo e la condivisione di cibi fermentati potrebbero avere radici evolutive profonde, precedenti perfino all’emergere dell’Homo sapiens.
Questi dati ci offrono spunti fondamentali:
- L’assunzione di piccole quantità di alcol potrebbe essere stata un vantaggio nutrizionale per i nostri antenati, grazie all’incremento di vitamine nei cibi fermentati e alla facilità di accesso a frutti più maturi.
- Il consumo sociale di alcol avrebbe facilitato il rafforzamento dei legami all’interno del gruppo, proprio come accade oggi nei momenti conviviali umani.
- L’attivazione del sistema endorfinico tramite alcol potrebbe aver ridotto lo stress sociale, favorendo comportamenti cooperativi e di alleanza.
In pratica, il consumo di alcol moderato non sarebbe un comportamento moderno o “deviato”, ma un tratto selezionato lungo la nostra evoluzione per vantaggi sia nutrizionali sia sociali.
Il vino oggi: un’eredità evolutiva con benefici
Questo ci aiuta a comprendere perché, ancora oggi, il vino occupa un posto speciale nelle nostre abitudini alimentari.
Consumare vino con moderazione (1 bicchiere al giorno per le donne, 1-2 per gli uomini) può offrire vantaggi nutrizionali (grazie agli antiossidanti come il resveratrolo) e vantaggi sociali (migliorando il benessere psicoemotivo).
Il vino, se assunto in piccole quantità, può aiutare a ridurre lo stress, rafforzare i legami sociali e, almeno in certe condizioni, migliorare addirittura la longevità (Hrelia, 2023, Ortolá 2024).
L’alcol nelle diete dimagranti
Per perdere 1 kg di peso corporeo, generalmente è necessario creare un deficit calorico di circa 7.700 calorie (Wishnofsky, 1958) e un bicchiere di 150 ml di vino rosso secco con gradazione 14% vol contiene circa 117 calorie. Non sono poche e, quindi, viene sconsigliato. Però vale il discorso di prima: il vino può essere un piacere e le diete dimagranti sono già tristi per cui un bicchiere ogni tanto non guasta!
Conclusione
L’osservazione dei nostri “cugini” scimpanzé ci insegna che il consumo di alimenti fermentati è parte del nostro retaggio evolutivo più profondo. In questo quadro, un calice di buon vino rosso, consumato con misura e all’interno di un pasto equilibrato, non è soltanto un piacere, ma può essere anche un gesto che risponde a un bisogno antico di nutrizione, socialità e benessere.
Bibliografia
Bowland, A. C., Bersacola, E., Ramon, M., Bessa, J., Melin, A. D., Carrigan, M. A., Harrison, X. A., & Hockings, K. J. (2025). Wild chimpanzees share fermented fruits. Current Biology. https://doi.org/10.1016/j.cub.2025.02.067
Hrelia, S., Di Renzo, L., Bavaresco, L., Bernardi, E., Malaguti, M., & Giacosa, A. (2023). Moderate wine consumption and health: A narrative review. Nutrients, 15(1), 175. https://doi.org/10.3390/nu15010175
Ortolá, R., Sotos-Prieto, M., & altri. (2024). Alcohol consumption patterns and mortality among older adults with health-related or socioeconomic risk factors. JAMA Network Open, 7(8), e2424495. https://doi.org/10.1001/jamanetworkopen.2024.24495
Wishnofsky, M. (1958). Caloric equivalents of gained or lost weight. The American Journal of Clinical Nutrition, 6(5), 542-546. https://doi.org/10.1093/ajcn/6.5.542