Si sa da molti anni che dopo una dieta, anche se si sono persi molti chilogrammi, è sostanzialmente inevitabile recuperare tutto il peso perso, spesso, con qualche chilo in più (Figura 1).
Noi siamo geneticamente come gli uomini delle caverne e, in natura, il problema non è il ” non ingrassare “, ma il ” non morire di fame” e siamo stati selezionati da questo.
Il nostro organismo non legge la perdita di peso come una “dieta”, ma come una “carestia” e mette in opera una serie di difese che limitino un ulteriore calo ponderale e, soprattutto, permettano, durante il periodo di “abbondanza”, di recuperare i chilogrammi persi, magari con “un’aggiunta “, così da essere pronti per la prossima carestia.
“Il nostro organismo non legge la perdita di peso come una” dieta “, ma come una” carestia ” e mette in opera una serie di difese …”
Vedremo questi meccanismi in dettaglio più avanti, per il momento, prendiamo atto che, negli studi clinici controllati, con i così detti “cambiamenti dello stile di vita“, il calo di peso medio non raggiunge il 5%. Con l’aggiunta dei farmaci attuali si può raggiungere una perdita, in media, del 14%; con la chirurgia bariatrica, invece, si arriva a un 20-30%.
Ovviamente, sono dati medi: c’è chi cala molto di più e chi molto meno. In ogni caso, il calo di peso è massimo dopo circa sei mesi, si stabilizza per un periodo variabile, poi risale. Fanno eccezione le tecniche chirurgiche e, un oggi, un farmaco per dimagrire, dove il plateau avviene dopo.
“… il calo di peso è massimo dopo circa sei mesi, si stabilizza per un periodo variabile, poi risale”.
Nelle seguenti sezioni parleremo dei vari tipi di tecniche per dimagrire.